il quaderno degli appunti è dove e come nascono le idee
quelle che poi vanno a finire sulle tovaglie e tra le lenzuola...

lunedì 19 settembre 2011

federe per giulio e nora


La settimana scorsa Giulio e Nora hanno festeggiato 25 anni di matrimonio... Questo è stato il regalo che Della, Paola e Laura mi hanno commissionato per loro.
Molti auguri e... cento di queste federe!

sabato 25 giugno 2011

la famiglia home design exibithion and market


Sono passati diversi giorni dal la famiglia home design exibithion&market, e non uno in cui abbia avuto la calma per sedermi e scrivere di quanto accaduto.

Oggi sì.

E’ stato bellissimo. Bellissimo. Eravamo tantissimi e vorrei ringraziare tutti per la presenza e l’accoglienza e la partecipazione e i sorrisi e l’interesse... e anche per gli acquisti. E’ finito tutto. Quasi tutto.

Si ricomincia.


Scegliere di fare artigianato non è solo scegliere di svolgere una particolare professione.

E’ adeguarsi a una condizione dell’anima, e adeguare l’anima a una condizione.

Quella di lasciare andare, spremersi impegnarsi creare concludere contemplare con soddisfazione (ma anche restare delusi, ogni tanto) e poi lasciare andare... ciò che si è fatto e con esso il tempo e una parte di cuore. Con la fiducia che il cuore è in marcia e ben funzionante finché ha l’audacia di restare vuoto, come vuoto è un contenitore capace di accogliere.

L’artigianato è la risposta alle domande che mi faccio certi giorni quando guardando alla mia vita mi chiedo dove siano finiti alcuni suoi pezzi.

Ho sempre lasciato indietro qualcosa. E sarà che mi avvicino agli anta, ma trasformare quello che sembrava un difetto in vanto a un certo punto è una condizione di sopravvivenza. Ora sono persino orgogliosa di me. So lasciare andare, ho imparato a lasciare andare. Persone, cose, pensieri e periodi.

E creazioni. Di tante non ho più neanche delle foto, alcune se le incontrassi oggi non le riconoscerei, e via dicendo.


L’altra sera due care amiche sono venute a scegliere un regalo di matrimonio tra le cose rimaste dopo la mostra. Era un pezzo importante, per me (sarcastic tablecloth). Quando le ho viste uscire di casa con il pacchetto regalo chiuso ho avuto una vertigine al pensiero che dentro la busta, insieme alla tovaglia sarcastica, c’era una settimana di lavoro e di incazzatura gentile che mi aveva portato a trovare quelle parole.

Una vertigine. Poi ho pensato “ciao”. Poi ho detto “State bene”, rivolgendomi a tutte e tre.

E’ importante. Tante cose in questo periodo della mia vita mi ricordano che tenere la spina attaccata all’esistenza (rubo la metafora alla Pampi) vuol dire succhiare corrente in continuazione, quella che c’è, quella che si può. L’importante è restare collegati (forse qui c’è anche lo zampino di Jovanotti)...


Dovevo parlare della mostra, è vero. Però la mostra è stata anche questi pensieri per me.

Il ricco aperitivo di Luce44 non ho ovviamente avuto il piacere di assaggiarlo, spero di aver detto almeno una parola a ogni ospite, spero che sia stato un evento divertente e leggero come immaginavo, nel progettarlo, che fosse.

Le foto che vedete sono state scattate poche decine di minuti prima che arrivassero le prime avventrici (le colleghe Manu e Ciuci e la cognata Chiara, una citazione dovuta).


Grazie ancora a tutti. Mi sa che lo rifaccio!
















lunedì 23 maggio 2011

Una mostra da Luce44 per leggere la tavola!

E' deciso: da giovedi 23 giugno a domenica 26 giugno la famiglia home design sarà in mostra al ristorante Luce44 di Trastevere (Via della Luce, 44).
Il ristorante ve lo consiglio, è un posticino meraviglioso in una via silenziosa e ha un bellissimo giardino dove si mangia sotto il pergolato.
Le padrone di casa sono attentissime al biologico, all'arte, alla cultura e alla buonissima cucina (si mangia anche vegan, alla bisogna :) ed è il mio luogo preferito a Roma.
Dopodiché: la mostra sarà un evento piuttosto inconsueto! Una delle sale del locale sarà completamente arredata con la biancheria a marchio la famiglia per 4 giorni. La mostra inaugurerà con l'aperitivo del giovedi e resterà allestita fino al brunch della domenica.
Ci sarà occasione di acquistare tovaglie, runner, cuscini, tovagliette, sacchetti per la biancheria, ecc., ma anche di ordinarne per il futuro... Sapete che fare pezzi unici dipinti a mano non favorisce le quantità...
Vi aspetto giovedi 23 giugno alle 19!
Chi fosse interessato a venire all'aperitivo di inaugurazione può rispondere anche a questo post, in modo tale che possiamo organizzare cibo per quanti saremo!

CONSIGLIATO A CHI:
ha matrimoni o festeggiamenti importanti in vista, ama la buona tavola e la letteratura breve, è goloso di romanticismo pop, è fanatico di black&white, mi vuole bene!
SCONSIGLIATO A CHI:
non mangia cioccolata e non sopporta il bianco e nero!

giovedì 19 maggio 2011

Copenhagen 01 | la puoi visitare con il naso all'aria



Che non vuol dire che puoi camminare senza guardare dove metti i piedi. Perché se no arriva la prima bicicletta e ti mette sotto.
Camminare con il naso all'aria a Copenhagen è possibile perché tutto sembra venirti incontro da una direzione non abituale.
Se insieme al naso alzi gli occhi, e disponi i sensi, la città ti regala la possibilità di immaginare. Copenhagen regala idee.
Perché al di là di quello che materialmente offre, che è già molto, sembra che diffonda possibilità.
Attraverso l'aria pulita, l'acqua che bagna, argina, riempie, disegna la città, attraverso la dinamicità delle persone, la loro gentilezza, la cura di ciò che appartiene a tutti, la velocità delle ruote di biciclette e carrozzine, la quantità di bambini, la trasparenza dei muri delle case.
Tutto è accessibile, tutto sembra permeabile, anche tu in mezzo alle cose lo diventi.
Avvertire la possibilità di fare è un dono. Che ti fa una città, una società, quando tiene sufficientemente al concetto di bene comune, quando questo bene è di tutti e da tutti sentito come tale.
Quando una biblioteca pubblica ha l'arredamento che sceglieresti per casa tua e tu tieni alle sue mura bianche come fossero quelle del tuo appartamento, quando nessun volgare slogan politico soffoca le strade e i panorami, quando chiunque tu sia, da ovunque tu provenga e qualsiasi sia il tuo orientamento sessuale hai le stesse mille strade da scegliere per la tua giornata e per la tua vita.
Ho passato alcuni giorni, a Copenhagen, a sognare per la mia città e per il mio Paese le cose semplici che ho visto realizzate lì: quelle che permetterebbero alla gente di riprendere a sognare il proprio presente, il proprio futuro, e quello dei propri bambini invece di veder perpetrare questo stato vischioso e desolante in cui ci troviamo, dove ci si arrovella persino sul se e sul come esercitare i propri diritti fondamentali.
Per realizzare quelle cose semplici che costituiscono la fama dei Paesi nordici ma che sono mediamente patrimonio comune di almeno mezza Europa, e che noi da queste parti sempre più guardiamo da lontano, basterebbe pochissimo.
Basterebbe desiderare di essere una comunità (non un gruppo di uguali, ma una comunità) di persone soddisfatte e strette intorno a principi di rispetto, ecologia, valorizzazione della cultura e dell'arte, serietà politica.
Cose semplici che fanno la grandezza, la bellezza, ma soprattutto la felicità non solo di un intero Paese, ma anche di ognuno dei suoi abitanti. Anche di quelli che già credono di esserlo...

mercoledì 18 maggio 2011

Da qualche parte bisogna pur ri-cominciare

Ci sono giorni che si ricomincia da capo.
Un rapporto, un lavoro, una vita, un cuscino.
E' passata qualche settimana da quando ho iniziato ad avere questa sensazione di rivolgimento, ad un certo punto ho capito che tutto quello che vedevo cambiare cambiava sempre più vicino a me e l'ho letto come un segno.
E' tempo di ricominciare, e ricomincerò anche a scrivere questo blog.
Lo avevo buttato giù, o tirato su, tanto tempo fa, piena di desiderio di ispirazione più che di ispirazione, mentre mi occupavano tante tante attività e così poco tempo avevo per pensare e per inanellare il cuore alle decine di cose che realizzavo in fretta e furia.
Poi è successa una cosa. Ne sono successe due. Forse tre. Qualche giorno fa è stata la volta della quarta.
Ho preso un part-time in ufficio, dopo un lunghissimo periodo di sofferenza. Per dedicarmi alla mia passione per il romanticismo-pop-tipografico, che contro ogni esigenza della vita moderna ha tempi di realizzazione che farebbero rizzare i capelli a Gutenberg. Ho iniziato ad avere il tempo di scornarmi sul progetto di un cuscino con un buco al centro e su quello di una tovaglietta morsicata. Giorni e giorni per capire come. Mi piace, soffro... ma mi piace.
Ho scoperto cosa succede ai cuccioli quando è ora di salutare mamma e papà: non perché mamma e papà muoiano o non possano tenerli con sé, ma solo perché arriva l'ora che ognuno prenda la sua strada. Così, perché crescendo ci si diversifica e ci si iniziano a contendere le stesse prede. Anche a costo di non vedersi più. Sono lontana dalla savana ma è successo anche a me.
Ho visitato Copenhagen. Copenhagen ti rivolta i giorni. Sì, penso di sì, se sei italiana/o e mostri una certa sensibilità nei confronti di: bellezza, tranquillità, bene comune, bambini, design. Ma di questo parlerò un'altra volta.
La quarta cosa che mi è successa è molto personale, ma ci girerò intorno fino a raccontarla.
Il progetto completo delle tovagliette affamate è su lafamigliahomedesign.etsy.com