il quaderno degli appunti è dove e come nascono le idee
quelle che poi vanno a finire sulle tovaglie e tra le lenzuola...

giovedì 19 maggio 2011

Copenhagen 01 | la puoi visitare con il naso all'aria



Che non vuol dire che puoi camminare senza guardare dove metti i piedi. Perché se no arriva la prima bicicletta e ti mette sotto.
Camminare con il naso all'aria a Copenhagen è possibile perché tutto sembra venirti incontro da una direzione non abituale.
Se insieme al naso alzi gli occhi, e disponi i sensi, la città ti regala la possibilità di immaginare. Copenhagen regala idee.
Perché al di là di quello che materialmente offre, che è già molto, sembra che diffonda possibilità.
Attraverso l'aria pulita, l'acqua che bagna, argina, riempie, disegna la città, attraverso la dinamicità delle persone, la loro gentilezza, la cura di ciò che appartiene a tutti, la velocità delle ruote di biciclette e carrozzine, la quantità di bambini, la trasparenza dei muri delle case.
Tutto è accessibile, tutto sembra permeabile, anche tu in mezzo alle cose lo diventi.
Avvertire la possibilità di fare è un dono. Che ti fa una città, una società, quando tiene sufficientemente al concetto di bene comune, quando questo bene è di tutti e da tutti sentito come tale.
Quando una biblioteca pubblica ha l'arredamento che sceglieresti per casa tua e tu tieni alle sue mura bianche come fossero quelle del tuo appartamento, quando nessun volgare slogan politico soffoca le strade e i panorami, quando chiunque tu sia, da ovunque tu provenga e qualsiasi sia il tuo orientamento sessuale hai le stesse mille strade da scegliere per la tua giornata e per la tua vita.
Ho passato alcuni giorni, a Copenhagen, a sognare per la mia città e per il mio Paese le cose semplici che ho visto realizzate lì: quelle che permetterebbero alla gente di riprendere a sognare il proprio presente, il proprio futuro, e quello dei propri bambini invece di veder perpetrare questo stato vischioso e desolante in cui ci troviamo, dove ci si arrovella persino sul se e sul come esercitare i propri diritti fondamentali.
Per realizzare quelle cose semplici che costituiscono la fama dei Paesi nordici ma che sono mediamente patrimonio comune di almeno mezza Europa, e che noi da queste parti sempre più guardiamo da lontano, basterebbe pochissimo.
Basterebbe desiderare di essere una comunità (non un gruppo di uguali, ma una comunità) di persone soddisfatte e strette intorno a principi di rispetto, ecologia, valorizzazione della cultura e dell'arte, serietà politica.
Cose semplici che fanno la grandezza, la bellezza, ma soprattutto la felicità non solo di un intero Paese, ma anche di ognuno dei suoi abitanti. Anche di quelli che già credono di esserlo...

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